Giorno di partenza, oggi. Dopo otto anni in Medio Oriente il mio primo incarico in Africa. Parto da casa. È un salto di 30° tra l’inverno mitteleuropeo e la stagione secca subtropicale.
Il treno viaggia lento, gli ci vogliono circa 45 minuti per raggiungere l’aeroporto. Passa per paesaggi infreddoliti, terreni inospitali, zone industriali desolate… aria da Germania Est. È quasi un viaggio nel tempo.
Da qui volerò ad Istanbul, quindi mi imbarcherò per Abuja, dall’altra parte della notte e del deserto.
Ho solo una vaga idea di quello che mi aspetta. Si vedrà.
Ma, per vedere, occorre appunto partire. La prima certezza: il mio presunto minimalismo è l’unica cosa che non ha trovato posto in valigia. Tutto il resto: abbigliamento, medicinali, libri e carte geografiche, accessori vari, zanzariera, viveri… Tutto il resto ed anche qualcosa di più (persino un’amaca ed un mazzo di carte siciliane hanno trovato posto nel bagaglio) partono oggi con me.